DRU

Da qualche mese sul web gira una imperturbabile signora, si chiama Drusilla Foer. Non è un’attrice, non è una cantante, anche se ha una voce bellissima, è elegantissima  grazie agli abiti che le confeziona la fidatissima sarta Tetta. Drusilla si vede poco ma nella rete sta lasciando il segno: la sua bacheca Facebook è popolata da utenti  che hanno piacere di condividere con lei e con i suoi estimatori ricercate finezze. La sua pagina sta diventando un vero e proprio salotto culturale dove trovare video e interventi interessanti. Le cose che mi hanno colpito della proposta di Drusilla sono la leggerezza, il modo in cui esprime la sua intelligenza, l’ironia e l’elegante messa in scena del paradosso.  Al di là dell’apparenza, Drusilla non è un personaggio facile, né da decifrare né da capire: si va ben oltre la proposta en travesti, c’è molta riflessione e molto studio, ma la cosa più evidente è che l’ispirazione a molte icone non si limita al citazionismo. Drusilla Foer è attraente perché chi la guarda vive una sottile sensazione di familiarità, è come un ricordo che non riesce a riaffiorare completamente ma che rimane in uno stato di semi-coscienza: è un sentore, una scia di qualcosa di già visto e di già vissuto ma che non è facilmente identificabile perché è rielaborato personalmente in modo creativo. Cinema, teatro e musica sono sicuramente gli elementi fondamentali che permettono allo spettatore di vivere un’atmosfera unica che un eventuale sfruttamento televisivo rischierebbe di falsare e tradire completamente.

 

La forza di questo personaggio è la volatilità con cui esprime gusti e scelte, giocando con la banalità come mezzo per creare dissonanze inconsuete. Tutto ciò riesce a viaggiare su un metodo di diffusione virale, sfruttando il web alla stessa maniera dei video artisti. Drusilla sta riscuotendo molto successo e la cosa interessante è proprio questa:  non è imposta dalla televisione, non è il tormentone che dà da mangiare a molti attori strepitosi, che per riempire i teatri sono costretti a servirsi del cabaret. Ha uno stile suo ma non è ripetitiva, è sorprendente. È iconica senza essere uno spot. Già il fatto di preferire Lady Gaga a Madonna, perché ne percepisce uno spessore artistico, creativo e culturale che Madonna non ha mai avuto o quantomeno all’età di Gaga non aveva assolutamente, il fatto di dire che l’eleganza non sta nelle mise da soirèe perché prevale l’abito, di amare Carmen dell’Orefice, Charlotte Rampling, Capucine, la regina Elisabetta, Monica Vitti, Skin degli Skunk Anansie, Queen Latifah, Anna Magnani e i suoi abiti neri, lo chic tagliente  e inquietante di Tippy Hedren, la creatività di Leigh Bowery, di non amare Jacqueline Kennedy, Audrey Hepburn, Catherine Deneuve, Grace Kelly, Kate Moss perché scontate e confezionate, fa capire la cura e l’attenzione per i dettagli e l’unicità.

 

La gente la cerca su Facebook e su Youtube grazie al passaparola e l’aggiungono perché è un personaggio nuovo, che desta interesse: attendono tutti  un commento, ma soprattutto si attendono trepidamente le sue prossime mosse, i prossimi video. Esponendosi poco, Drusilla stuzzica gli utenti creando l’aspettativa tipica del pubblico teatrale nel foyer, e poi nella sala, prima che si spengano le luci e il sipario venga aperto, la sera di un debutto. Questo utilizzo teatrale del web è assolutamente geniale ma al tempo stesso insidioso perché la sfumatura è difficilissima da percepire:  è un personaggio che va oltre alla percezione di un pubblico anche sufficientemente abituato alla prosa convenzionale.

 

Drusilla Foer, forse inconsapevolmente, solleva una problematica nuova: da decenni si discute del rapporto tra teatro e televisione, qui invece ci si deve immergere nel linguaggio visivo della rete, dell’utilizzo della rete stessa, ma soprattutto non stiamo parlando di video arte, ma di una persona reale che tramite la parola, i costumi, il trucco e l’uso delle tecnologie, crea una realtà scenica che non vive sul palcoscenico ma nelle case degli utenti. Il riferimento alla televisione è in ogni caso presente, anche se accennato, perché l’unica intervista disponibile è un mélange di teatro e linguaggio televisivo ricercato, pensato però per un’utenza web.  La gestione di un’eventuale spostamento da internet al teatro o alla televisione, comporterebbe la consapevolezza della presenza di un pubblico nuovo, che ha delle aspettative che sono attualmente in divenire e che, forse, nulla hanno a che fare con quelle del pubblico della tv mainstream. Il cinema invece potrebbe tradurre questo personaggio grazie a una visione poetica.  Per il teatro penso che la prosa di narrazione potrebbe essere un valido mezzo espressivo, ma solo con degli autori e dei registi davvero attenti e rispettosi del concept e della forma intelligente di gioco. Probabilmente anche il teatro di ricerca sarebbe molto magnetico. Sicuramente Drusilla Foer, almeno per quanto riguarda l’Italia, potrebbe essere la capostipite di una nuova forma teatrale per il web, esportabile in altri contesti, anche espositivi, come l’arte contemporanea.

 

credits per la foto: foto Mustafa Sabbagh, styling Simone Velsecchi

 

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